destionegiorno
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Scrivo perché il tempo e lo spazio possano dilatarsi, contenere la libertà d'essere. ... (continua)
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su di te
troverebbe ristoro
la bufera fosca
del mio inverno
tutto ciò che mi serve
sta lì da qualche... leggi...
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Rita Stanzione
La sera s'è tutta raccolta
in un vento inquieto
che mi spira dentro
fino a pervadere quel paradiso
plasmatosi dacché esisti tu.
Un angolo baciato d'ombra
ov'espongo l'anima
e mi veste d'ebbrezza un preludio
come opera d'arte
che prenderebbe vita
se solo noi potessimo introdurci.
E può illuminarmi quella luna fissa
come faresti tu con gli occhi
e dissetarmi un'acqua dipinta
in un coppa sacra che mi porgi.
Noi siamo amanti persi in quella terra
nella sua trama incastonati
non ci curiamo di null'altro
che del nostro darci e del nostro averci.
Ah! se la brezza fosse la tua mano
le offrirei il viso e tutto quanto il corpo
di effusioni mi alimenterei
senza avvertir mancanza d'altro bene.
Il desìo nel sangue getta le radici
non s'allontana dalla sua fiamma
m'inginocchia al giogo
senza ch'io possa domarlo
mi si dilata dentro al petto
così che da esile stelo
divento immensa
e lo conservo.
Avvinta al filo che ci tiene insieme
in marmorea stasi rimango
sovrastata dal rimestamento
tra viscere e ragione
a fatica le labbra schiudo
e in mente mia ti parlo.
Colano mute parole
lente e cocenti come fluida cera.
Ad una ad una
- ne sono certa - le udirai
nel riverbero dei pensieri
che a me hai destinato. |  | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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